Opera originale, 2016
Acquerelli Schmincke e acrilico
su carta Fabriano Artistico 300 g/m2 Grana Grossa
cm 52 x 75
Tecnica.
Acquerello bagnato su bagnato e campiture in acrilico.
«Metamorfosi, Ovidio, Volo e caduta di Fetonte.
Fu tempo di partire. I cavalli scalpitavano tra nitriti e fiamme; ma non sentirono il consueto carico del carro: un mortale è più leggero di un dio. Per questo motivo, privi della guida divina, i quattro destrieri uscirono dalla rotta. Fetonte fu subito preso dal panico.
Con un filo di coraggio, Fetonte si sporse dal carro per guardare in basso e vide la terra così lontana che gli mancarono i sensi. Oramai era troppo tardi per tornare indietro e il ragazzo restò impietrito con le briglie in mano senza sapere cosa fare.
Iniziò a intravedere figure mostruose. Scorpione mostrava le sue chele tra le costellazioni e alla vista del carro tentò di pungere il ragazzo.
Per sfuggire al veleno, Fetonte lasciò le briglie e il disastro fu completo.
Crollarono sotto il fuoco le mura di città immense e i loro abitanti; bruciarono monti, boschi, intere regioni.
Bruciò l'Etna, fuoco su fuoco, in un rogo immenso.
Bruciarono il Causaso e l'Olimpo; si seccarono i fiumi.
La stessa madre Terra pregò Giove affinchè ponesse termine a questa distruzione che avrebbe annullato l'intero universo. Il padre degli dèi allora scagliò un fulmine sul carro, colpendo il ragazzo. I cavalli fuggirono; il carro si spezzò in mille frammenti. Fetonte, divenuto una torcia umana, precipitò come una stella cadente sulla Terra, finendo lontano da casa, in Occidente, sulle sponde del fiume Erìdano.»
traduzione di Natalia Cantella